Una volta arrivati al giorno del raccolto forse ti sarai chiesto: e con gli scarti cosa ci faccio?
Che siano foglioline piene di resina o piccole cime, hai tante alternative davanti. Per maggior qualità e quantità, per esigenze mediche o gusti personali, puoi ovviamente utilizzare le cime più grandi a seconda delle tue preferenze.
Partiamo subito con una premessa: è possibile fare estrazioni solo da materia che presenta resina perché è proprio questa la parte che compone i vari tipi di estratti e concentrati. La resina è prodotta dai tricomi, piccole ghiandole che occupano i fiori e le foglie della nostra pianta preferita, che secernono appunto questa resina densa e appiccicosa, ricca di molecole che conosciamo ed amiamo, come THC, CBD, e tanti altri cannabinoidi e terpeni.
Concentrati: estrazione senza solventi
Estratti: estrazione con solventi
ESTRAZIONI SENZA SOLVENTI
SETACCIATURA A SECCO O DRY SIFT
Per la maggior efficienza si può effettuare tramite un macchinario chiamato Pollinator come ad esempio il setaccio a secco Secret Box della Secret Smoke.
Si inserisce il materiale secco nell'apposito setaccio e si avvia la macchina per circa 10 minuti. Il setaccio ruotando farà distaccare le particelle, che si depositeranno sul vassoio sottostante. Puoi ripetere l'operazione più volte, ricongelando il materiale tra un'estrazione e l'altra.
Per il miglior rendimento, è consigliabile non introdurre più della quantità consigliata di materiale all'interno del setaccio (nel caso delle secret box, non più di 150g o 450g nel modello XL).
Il prodotto ottenuto si chiama kief (lo trovi scritto anche kif). Si può raccogliere per poi usare una pressa per polline, oppure si può premerlo e scaldarlo in blocchi, per ottenere hashish a secco o dry sift hash. Alcune famose varietà di hashish setacciato a secco includono il Red Lebanese e l'Afghan Black.
Il kief può essere usato per produrre un “e-liquid” fatto in casa. Per farlo basta procurarsi del glicole propilenico e glicerina vegetale, un filtro da caffè, una scodella di metallo o di vetro, un tegame, e alcune siringhe.
Riempi d'acqua il tegame e mettici sopra la scodella, fare una cottura a bagnomaria (in questo caso il termine mi sembra particolarmente adatto ;D ). Versa nella ciotola la glicerina vegetale ed il glicole propilenico in un rapporto di 1:1. Aggiungi il kief alla miscela e aumenta la fiamma fino ad ebollizione. Aspetta che la miscela si sciolga ed assuma una consistenza densa e omogenea. Filtra la soluzione ottenuta e lascia raffreddare in un contenitore. Riempi le siringhe, e sei pronto per caricare il tuo vaporizzatore.
Si può ottenere il kief anche con:
- un grinder con compartimento apposito;
-hash shaker o prodotti similari;
- battitura a mano con un Dry Sift Screen, ovvero una maglia di nylon di dimensioni che generalmente va dai 150 ai 38 micron. Più le maglie sono strette, più la qualità sarà alta. Si può utilizzare anche un tessuto a maglia fine o una stoffa in cotone: si stende il tessuto su un recipiente abbastanza grande e si ferma con un elastico o corda in modo che sia ben teso e fissato. Al di sopra si stende il materiale secco e sminuzzato, si copre il tutto con un sacco, per poi "batterlo" per qualche minuto.
I consigli in più:
- congela il materiale vegetale prima di effettuare l'estrazione.
- lavora in un ambiente dove la temperatura sia inferiore ai 15°C, e l’umidità non superi il 50%.
BUBBLEATOR
Si utilizza la cosiddetta lavatrice o Ice Washer Machine. Si tratta di un estrattore di pollini e resine con tecnica del ghiaccio.
Come funziona: per prima cosa armati di una bella quantità di ghiaccio. L'ideale è mantenere la temperatura nella lavatrice intorno ai 4°C o inferiore.
Inserisci il ghiaccio e acqua fredda nella lavatrice, metti il materiale vegetale (precedentemente congelato) nella piramide, e aziona la lavatrice per circa 15 minuti. Preparati un secchio e le borse filtranti nell'ordine giusto, dal filtro con maglia più grande alla più piccola. Estrai. Si può ripetere l'operazione più volte. Il prodotto va poi compattato e lasciato asciugare per circa una settimana. A tal fine, basta metterlo su un recipiente o carta forno e lasciato all’aria aperta o in una stanza con una temperatura compresa tra i 20 e i 22ºC ed un tasso di umidità del 55-60%.
Il Bubble Hash (così si chiama il prodotto ottenuto) varia di qualità in base alla dimensione della rete utilizzata per raccogliere i tricomi. Più è fine la maglia, più è alta la qualità.
Può essere prodotto anche senza la lavatrice utilizzando un secchio con acqua, ghiaccio, materia vegetale e movimento centrifugo (girando a mano con un cucchiaio o quel che si ha a disposizione).
Il vantaggio di questa tecnica è che lavorando a basse temperature si rimuovono un maggior numero di tricomi preservando molti dei terpeni che si possono perdere a temperature più elevate.
Curiosità: il Bubble Hash è uguale all'Ice Water e prende il nome dai sacchetti utilizzati per filtrare i tricomi dalle cime congelate (chiamati Bubble Bag).
PIASTRA RISCALDANTE E PRESSIONE
Questo è un metodo di estrazione senza solventi che per mezzo di calore e pressione separa la resina dalla materia vegetale ottenendo così una resina densa e dorata, chiamata Rosin.
Puoi pressare materia vegetale essiccata, come i resti del trimming, fiori o hashish stesso. Il modo più semplice per crearla è avvolgere una cima in carta da forno e pressarla con una piastra per capelli, o meglio una piastra apposita che le somiglia, per alcuni secondi. Bisogna esercitare molta pressione, tant'è che in molti schiacciano la piastra con tutto il proprio peso salendoci sopra con i piedi. Il risultato potrebbe essere deludente in termini di quantità, e di qualità se la temperatura non è regolabile.
Il modo più efficiente è quello di utilizzare una pressa professionale, che offre un maggior controllo sulla pressione e la temperatura utilizzata, ottenendo un prodotto di qualità superiore.
La resa è ovviamente molto legata alla qualità della materia vegetale: più è resinoso il fiore, più alta sarà la resa. Si parla, con metodi professionali, del 15 fino al 20% di resa circa. La limpidezza dell’estrazione ha a che vedere con la genetica utilizzata, ma anche dalla temperatura utilizzata per l'estrazione.
Il rosin ha normalmente un colore brillante e dorato simile al miele, mentre la sua consistenza può variare da grassa ed oleosa ad una cera cristallina o un prodotto simile al vetro (spesso chiamata Pull 'n' Snap).
CHARAS
Il Charas (noto anche come Hash Finger) viene prodotto sfregando le cime vive o fresche tra le mani. L'attrito separa i tricomi dalla pianta e forma una resina spessa e scura sui palmi delle mani. Questo viene poi raccolto ed arrotolato. Nei Charas sono inclusi il Temple Balls nepalese ed il Malana Cream indiano.
ESTRAZIONI CON SOLVENTI
OLI E TINTURE
Gli oli e le tinture di cannabis possono essere prodotti prendendo un estratto e mescolandolo con oli vettori o alcool/glicerina. Se si usa un concentrato dove non è stato usato il calore, ricordati che è necessario decarbossilarlo per ottenere i massimi effetti (il processo è descritto in seguito).
In alternativa si preparano immergendo la materia vegetale, in genere essiccata e conciata, in un solvente e eseguendo determinate procedure spiegate in seguito.
- RSO
Uno di questi estratti tra i più famosi soprattutto per scopi terapeutici è il Rick Simpson Oil (RSO).
Si immerge del materiale essiccato sminuzzato in alcol isopropilico o etilico in modo da attivare l’estrazione di cannabinoidi, mescolando per qualche minuto. Filtra la soluzione usando una garza sterile o con un filtro da caffè monouso. Si può effettuare lo stesso procedimento ancora una volta con la stessa materia vegetale appena estratta, per poi buttarla. La soluzione ottenuta va riscaldata per far evaporare il solvente. Si può scaldare a bagnomaria o direttamente in una pentola con una piastra elettrica. La soluzione deve mantenersi intorno ai 110°C e non deve superare i 150°C. In alternativa si può lasciare ad evaporare naturalmente senza scaldarlo, questo processo richiederà molto più tempo. Una volta evaporato l'alcool, si ottiene il concentrato finale, che ha l’aspetto di una sorta di olio nerastro denso. Data la modalità di utilizzo è consigliabile usare delle siringhe o piccoli flaconi per conservarlo e agevolare la somministrazione delle gocce.
L’olio Rick Simpson viene assunto per via orale come tintura. Il modo più comune è posizionare qualche goccia sotto la lingua e poi deglutire.
Si può aggiungere una o due gocce a una crema idratante, a una pomata o unguento medicinale e applicare il prodotto sulla pelle.
Dosaggi indicativi per la ricetta: con un litro di alcool e 50 g di materiale secco si ottengono circa 6g di estratto.
- OLEOLITO O BURRO
Ci sono diversi metodi per farli, ne ho selezionato uno che secondo me è semplice e valido.
Il primo passaggio consiste nel mettere la materia vegetale sminuzzata in forno a 110°C statico (già a temperatura) per circa 30-40 minuti.
Aggiungerla poi al burro o olio in un recipiente adatto per la cottura a bagnomaria. La quantità di olio/burro deve essere sufficiente a coprire completamente la materia vegetale. Puoi usare qualsiasi olio. È molto utilizzato l'olio di cocco perché estrae meglio. Procedere quindi alla cottura da un minimo di 2 ore a un massimo di 24, mescolando di tanto in tanto, e assicurandosi che il livello dell'acqua copra sempre il livello del burro/olio (quindi aggiungere l'acqua man mano che evapora). A questo punto basta filtrare l'olio/burro, versandolo in un contenitore come ad esempio un barattolo in vetro. La scadenza rimane quella scritta sulla confezione originale di olio/burro.
Si possono preparare anche altri tipi di alimenti con la nostra pianta preferita, bisogna solo tenere a mente due fattori. Il primo è la decarbossilazione (come scritto sopra necessaria sia per materiale vegetale grezzo che per i concentrati) per convertire THCA, CBDA ed altri acidi cannabinoidici nei loro cannabinoidi corrispondenti (cioè THC, CBD, ecc.), responsabili di provocare gli effetti che ben conosci. Puoi effettuarlo con il calore, con il passaggio descritto prima nel forno: impostarlo a 110°C e quando caldo infornare per 30/40 minuti. Oppure scaldando la materia vegetale o concentrato insieme a ciò che vuoi direttamente sul fuoco o a bagnomaria. Il secondo fattore è che i cannabinoidi si legano a elementi grassi, per questo si usano tipicamente olio o burro. È però possibile utilizzare ad esempio anche il latte. In alternativa si lega all'alcool, quindi è possibile preparare un distillato o fare un vino infuso di THC. Perdonami se non scrivo le ricette in questa guida, ma se riceverò molti feedback potrei scrivere una guida dedicata.
Utilizzando sostanze contenenti ceramidi, come la cera d’api e la lanolina o l’olio di jojoba, puoi preparare un prodotto che sia utilizzabile per uso topico, come una crema o unguento. Questi ingredienti sono utili per una diffusione media abbinata ad una ricostituzione dello strato sopra dermico con acidi grassi. Si possono usare anche oli o burri vegetali che non contengono ceramidi (ad esempio burro di karitè o olio di cocco), che danno una diffusione non molto profonda e mediamente lenta.
- TINTURE
È possibile realizzare delle tinture utilizzando alcool etilico al 95% o glicerina per uso alimentare.
Il primo passaggio consiste nel decarbossilare la materia vegetale. Quando sarà a temperatura ambiente, metti la bottiglia d'alcool/glicerina e il materiale vegetale nel freezer per una notte. Questo passaggio migliorerà la qualità ed il sapore della tintura, conferendole lo status di “Drago Dorato”. Inoltre aiuta ad evitare che la clorofilla venga estratta dal solvente, prevenendo la colorazione verde ed il gusto amaro.
Il mattino successivo unisci l'alcool/glicerina e la parte vegetale in un barattolo ed agitalo brevemente. Rimetti il barattolo in freezer per cinque minuti. Togli dal freezer il barattolo ed agitate di nuovo per circa un minuto. Ripeti questa operazione un'altra volta. Poi puoi procedere a filtrare il tutto con una garza o filtro per caffè monouso. La tua tintura è pronta.
C'è un metodo alternativo che consiste nel far sobbollire a bagnomaria in acqua per 20 minuti un barattolo di alcol/glicerina e materia vegetale per poi filtrarlo, in questo modo otterrete il "Drago Verde".
Dosaggi: 5 g di fiori per 60 ml di alcool etilico al 95% / glicerina.
ESTRAZIONI CON D.M.E.
Occorrente:
- D-BLASTER: tubo per estrazioni in acciaio cromato. Caratterizzato da un design minimale, l'estrattore D-Blaster è il più economico e durevole presente sul mercato. Resistente al Dexso D.M.E. e ad ogni altro solvente.
- D.M.E di champ high o Dexso: gas organico nonché un solvente di alta qualità, assolutamente innocuo, che non lascia alcuna traccia né impurità tossiche.
Per queste ragioni il D.M.E viene usato come solvente nell'industria alimentare e come propellente in molti prodotti farmaceutici, quali gli spray nasali e per la gola.
- un contenitore come una teglia in vetro pyrex o silicone (più comodo) resistente alle temperature.
Il procedimento è molto semplice, trita il materiale vegetale inseriscilo in un tubo apposito per estrazioni, attraverso cui passerà con il gas. Non riempire eccessivamente il tubo e non pressare troppo il materiale vegetale. Il gas trascinerà con sé la resina depositandola in nel recipiente scelto, da lasciare all’aria aperta affinché il gas evapori. Si può anche riscaldare lentamente la soluzione per accelerare il processo: occorre prestare davvero molta attenzione per non incorrere nel rischio esplosione, ed è sconsigliabile a chi non ha attrezzature professionali. Per farlo in sicurezza e in modo professionale si mette la resina in un forno sotto vuoto a 45° connettandolo al compressore, e la si lascia all’incirca per 4 giorni. Dopodiché l'estratto non ha bisogno di altre lavorazioni ed è pronto per essere utilizzato.
ATTENZIONE, usa le dovute precauzioni! Da fare all'aperto (o almeno in un ambiente molto ben ventilato). Usa dei guantoni (tipo quelli da sci, perché il tubo per estrazioni si raffredderà fino a quasi congelare). Ovviamente esegui queste estrazioni lontano da qualsiasi fonte di calore, fiamme o scintille. Persino di elettricità statica può essere un problema, quindi è il caso di stare lontani da prese elettriche. Estrai poco materiale alla volta in modo da minimizzare i rischi.
Ultimo aspetto da tener da conto: se la materia vegetale è molto secca, si ha una perdita significativa dei terpeni più volatili.
Come hai potuto leggere, il processo è lo stesso che si usa per le estrazioni con il butano. Il DME però è meno tossico e molto più pulito. Le estrazioni che si ricavano sono più scure che nel BHO, perché trascina con sé molta più clorofilla. Con il DME si ottengono concentrazioni molto più elevate di terpeni nel prodotto finale risultante, riuscendo a preservare anche livelli molto più elevati di cannabinoidi, rispetto alle estrazioni tradizionali con il butano.
Il prodotto ottenuto si chiama DHO - DME Hash Oil (olio di hashish estratto con gas dimetiletere).
A seconda della consistenza ottenuta si può ulteriormente dividere in: Crumble; Shatter; Budder; Wax; Hashish Oil; Amber Glass; Honeycomb.
Si va da una consistenza dura e molto simile al vetro (Shatter) ad una più densa e cremosa (Budder), sabbiosa (Crumble) o liquida (Hashish Oil). Il Wax è un estratto morbido come la cera, mentre l’Honeycomb è solido, dalla consistenza cerosa che ricorda un favo di cera d’api. L’Amber Glass, invece, duro al tatto, e come si può intuire è molto simile all’ambra.
Da cosa dipende la consistenza?
Sebbene siano tutti simili fra loro, delle leggere variazioni nel metodo di estrazione, nel modo in cui il solvente viene fatto evaporare ed altri fattori portano a differenti consistenze e temperamenti dei concentrati.
Ad esempio dipende se la materia vegetale usata è secca o fresca, più in generale dal livello di umidità delle cime usate. Se il materiale vegetale è stata congelato o meno prima dell'estrazione (consiglio di congelarlo). Ovviamente dalla qualità del materiale di partenza, se sono foglioline o fiori, e in generale dalla resina presente.
Anche il modo in cui il solvente viene eliminato da un estratto contribuisce alla consistenza del prodotto finale. Agitare con forza un concentrato durante il processo di spurgo, ad esempio, consente di ottenere la caratteristica consistenza densa dei Budder e Wax. Gli Shatter non devono essere manipolati durante il processo di spurgo ed l'estratto finale assume una consistenza dura, che si spezza facilmente.
Dipende anche da altri fattori esterni come la temperatura e umidità ambientali. Ultimo fattore, ma di fondamentale importanza, è la genetica della pianta stessa.
ESTRAZIONE SUPERCRITICA (CO2)
Il metodo di estrazione Supercritica (CO2) è quello più elaborato e che permette di ottenere gli estratti più puri. L’estrazione si ottiene attraverso l’azione del biossido di carbonio, che viene compresso fino all’ottenimento di un fluido oleoso supercritico. Questo olio viene poi utilizzato per estrarre i cannabinoidi ed i terpeni in modo analogo ai solventi a base di idrocarburi (butano).
Grazie al fluido supercritico, che è in grado di passare dallo stato liquido a quello gassoso e viceversa quando sottoposto a determinate temperature, la tecnica di estrazione con CO2, presenta incredibili vantaggi. Tra questi la possibilità di ottenere un estratto finale con circa il 10% in più di terpeni. Questo metodo richiede l’utilizzo di apparecchiature costose che esigono una formazione professionale dati i rischi associati (esplosione, incendio).
I prodotti ottenuti vengono generalmente utilizzati nelle cartucce per vaporizzatori a penna.
LIVE ROSIN
Il termine "live" si riferisce al fatto che l'estrazione si ottiene usando materiale fresco (congelato subito dopo il raccolto o meno a seconda del tipo di estrazione) invece che materiale essiccato e conciato.
Questo termine è utilizzato specialmente nelle estrazioni con il metodo della pressione abbinata a calore descritto per produrre il Rosin.
Viene utilizzato anche per le estrazioni con il butano, ma con delle differenze nel processo di estrazione rispetto a quello descritto prima: avviene a temperature sotto lo zero per creare un estratto davvero ricco che viene conciato per circa due settimane. Il risultato è un estratto estremamente potente e può avere consistenze differenti.
Conclusioni
Ora sai quali sono e come vengono fatti estratti e concentrati. Ma quali sono le principali differenze?
I concentrati essendo realizzati senza l'uso di sostanze chimiche offrono un prodotto finale meno contaminato.
I solventi consentono di estrarre concentrazioni più elevate di cannabinoidi e terpeni dalla materia vegetale, anche quando si utilizzano materie prime di qualità media.
Un esempio: i BHO venduti nei dispensari nordamericani contengono fino al 90% di cannabinoidi, mentre i concentrati come l'hashish possono raggiungere il 40–75%.
Uno dei principali vantaggi dell'estrazione con solventi è la sua capacità di produrre rese maggiori senza dover usare le cime più grandi e resinose.
Bene, in questo articolo mi sono dilungato, ma ho voluto raccogliere un po’ di informazioni per darti il quadro completo su tutte le estrazioni che sono possibili fare con la nostra pianta preferita. Spero quindi che hai apprezzato la lettura, e se hai ulteriori domande o vuoi approfondire un argomento specifico sono disponibile per consulenze personalizzate. Clicca qui per contattarmi.
Buona estrazione, e consuma con diligenza gli estratti!